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<< "Scegliamo o siamo scelti?"
"Forse è la stessa cosa" dice Simone. "Forse la vera libertà consiste in un'assoluta fedeltà a noi stessi."
"Come si fa a capire a tempo quel che siamo noi stessi?"
"È impossibile, e sarebbe anche assurdo saperlo in anticipo" dice Simone. "In certi casi si comincia a indovinarlo strada facendo. E potrebb'essere altrimenti? Come renderci conto del senso dei nostri atti prima di compierli?"
"Come assicurare dunque la fedeltà a noi stessi? Il destino è forse retroattivo?"
"Il destino a mio parere" dice Simone "si riduce a questo: i nostri atti più sinceri non possono essere che nostri. Il destino ci si rivela a mano a mano che sciogliamo i nodi della nostra matassa. Quanto più siamo leali, io penso, tanto più il nostro destino ci appare evidente."
>>
IGNAZIO SILONE: Il seme sotto la neve |
<< Non indugiamo; solo i cretini indugiano, e i saggi. >>
IVAN S. TURGHENEV: Padri e figli |
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<< Questa personalità e individualità, questo (...) odioso impedimento ad essere qualcosa di diverso e di migliore!
(...) Individualità! Ah, quello che si è, che si può e che si ha, sembra povero, grigio, modesto e noioso;
(...) Io porto in me il germe, la radice, la possibilità per tutte le attitudini e le attività di questo mondo... Dove potrei essere, se non fossi qui?
Chi, che cosa, come potrei essere se non fossi me stesso, se questa persona non mi chiudesse, se non separasse la mia coscienza da tutti coloro che non sono me! >>
THOMAS MANN: I Buddenbrook |
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<< Senza certezza di inferiorità manca la spinta a mettersi all'altezza >>
ERRI DE LUCA:
Il peso della farfalla |
<< "Egli era triste, ah, molto triste" (...)
"Non mi sorprende" dice a quelli che glielo riferiscono un eremita che vive in una stalla abbandonata" (...) "Se ogni uomo intelligente è triste, quanto più dev'esserlo un Dio dalla sapienza infinita.
Per chi sa tutto, dev'esserci poco da stare allegro". (...)
"Ah, vi meravigliate ch'Egli si sia mostrato come uno straccione?" dice l'eremita. "E che v'aspettavate, che si presentasse come un banchiere, col cilindro la sciammerga e i guanti gialli?"
"Credi" gli dice uno dei cafoni "ch'Egli si trovi ancora dalle nostre parti? Quando arriva in una contrada ha l'abitudine di rimanervi qualche tempo?"
"Egli è in ogni uomo che soffre. Lui stesso ce l'ha spiegato, Egli è in ogni povero."
"Io sono povero, eppure in me Lui non c'è."
"Tu sei povero, ma non vorresti essere ricco?"
"Ah, certo, magari"
"Vedi? Sei un falso povero."
"Se vive tra noi, perché non lo vediamo?" gli domanda un altro.
"Perché noi non sappiamo riconoscerlo. Ci hanno insegnato a distinguere un asino da un mulo, un caporale da un sergente, un curato da un vescovo, ma non Gesù per strada o tra i campi. (...)"
"Oh, spiegami dove potrei trovarlo?" gli chiede un vecchio stagnino. "Tu sai come io sia mal ridotto, e avrei tanto bisogno d'una grazia."
"Se hai bisogno urgente di denaro, devi chiederlo al diavolo, non a Gesù" gli spiega l'eremita. (...) Egli è povero, veramente povero, e non solo per modo di dire. Se va in giro vestito come un mendicante, non devi mica credere che lo faccia per propaganda o demagogia o teatro. No, Egli non ha proprio altro da mettersi addosso, è povero, ancora più povero di me e di te."
"Se è vero quello che tu dici, pregare dunque non serve a nulla. s'Egli è più povero e più triste di noi, che può fare per noi?" Domanda lo stagnino.
"Egli può aiutarci a diventare ancora più poveri di quello che siamo. Questo sì, Egli può farlo."
Alcuni giovanotti adesso si divertono a mettere paura al parroco, due o tre volte al giorno correndo ad annunziargli la visita di un mendicante sconosciuto.
"Reverendo, fate attenzione" gli dicono "s'avvicina un tipo francamente sospetto, non si sa mai, potrebbe essere Gesù."
L'infelice parroco non sa più dove nascondersi, dove battere la testa. Egli ha appena terminato di celebrare la messa, ha appena terminato di sacrificare Gesù e di lavarsene le mani, quando il sacrestano l'avverte che uno sconosciuto abbastanza malvestito l'aspetta davanti alla chiesa. Stravolto e pallido, il parroco scappa per una porticina di sicurezza, sale affannosamente le scale di casa e dà ordine alla serva:
"Chiunque chieda di me, tienilo bene a mente, non sono in casa. Se è un tipo sospetto, mi raccomando, chiudi bene la porta e corri a chiamare i carabinieri. In fin dei conti anch'io pago le tasse." >>
IGNAZIO SILONE: Il seme sotto la neve |
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<< “Dio santo, quanto sei nervosa!” esclamò lui.
“Sai com’è, di questi tempi non ho molta simpatia per la gente che riesce ancora a infilarsi le scarpe." >>
BRENDA NOVAK: In fuga |
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<< " Pensi che sarà felice con lui? "
"Ah Bethsy, lei è soddisfatta di se stessa; questa è la felicità più solida che possiamo raggiungere sulla terra" >>
THOMAS MANN: I Buddenbrook |
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<< “Dove andiamo?”
“Non lo so, ma dobbiamo andare.” >>
JACK KEROUAK: Sulla strada |
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<< — Avevo un nascondiglio — continuò Luca — nel quale nessun estraneo era mai penetrato. Accade a tutti? Non so.
Penso che non sia solo questione di pudore o riservatezza.
Ho sempre avuto l'impressione che, a raccontare certi fatti,
si muta il loro senso. — >>
IGNAZIO SILONE: Il segreto di Luca |
<< La ringrazio con tutto il cuore, ma sono rimasto troppo tempo in un ambiente che non mi appartiene.
I pesci volanti possono restare in aria solo per poco, poi devono tornare in acqua; lasci che anch’io ritorni nel mio elemento naturale. >>
IVAN S. TURGENEV: Padri e figli |
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<< Lo zabaione è l’emblema della cucina francese: una cosa che vuole essere leggera ma che ammazza qualunque cristiano. >>
MURIEL BARBERY: L'eleganza del riccio |
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<< Possa quell’anima affannata avere da Dio il premio della buona vita che ei menò fra gli uomini, i quali lo perseguitarono e lo condussero a morire in galera!
Possa dormire in pace e non essere turbato dal rumore della zappa, che scaverà la fossa per altri suoi compagni! >>
LUIGI SETTEMBRINI: Ricordanze della mia vita. |
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<< Ho troppa esperienza della vita per credere all’infallibilità dei medici.
Alcuni di loro sono capaci ed altri non lo sono.
Per la maggior parte, quando vi curano brancolano nel buio per metà del tempo.
Per quanto mi riguarda, più sto alla larga da medici e medicine, meglio è. >>
AGATHA CHRISTIE: Miss Marple e i tredici problemi |
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<< Dopo un paio di fine settimana trascorsi assieme mi dichiarò il suo amore.
Cercai di farle capire il mio senza dichiararglielo.
Credo sia superfluo pronunciare ti amo. Anche perché, quando vieni scaricato,
ti senti un po’ idiota per esserti profuso nella frase scarnificata e trita come il patetico
ti amo.
Se due si amano non occorre dire niente. Chi lo dice ha paura, vuole segnalare che c’è, ribadire che esiste. Vuole mettere un’ipoteca sul futuro. Amare non è investire nel futuro ma fregarsene, accettare l’incognita del rischio. >>
MAURO CORONA: Aspro e dolce |
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<<…che cos’è che ci attira verso un dato uomo,
che cos’è che attira un uomo verso una data donna?
L’immagine che ci formiamo di lei o di lui, nella nostra mente... >>
CORNELL WOOLRICH: L’angelo Nero |
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<< Se non ne avessi amata un'altra, sarebbe stata per me la moglie ideale. Ma non si può amare una donna e fare figli da un'altra.
Sarebbero dei bastardi. >>
IGNAZIO SILONE: Il segreto di Luca |
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<< “Non siete in cerca di lavoro vero?”
chiese Milton Evans.
Era ora di pranzo e mi offrì un pezzo di carne infilato su uno spiedino.
“Non proprio”.
“Strano, mi fate venire in mente Bobby Dowes, un giovane inglese come voi, che girovagava per la Patagonia. Un giorno arriva a una estancia e dice al proprietario:
“Se mi date lavoro, voi siete un santo, vostra moglie è una santa, i vostri figli sono angeli e quel cane è il miglior cane del mondo”.
Ma il proprietario dice: “Non c’è lavoro”.
“In questo caso” dice Bobby
“voi siete un figlio di puttana, vostra moglie è una puttana, i vostri figli sono dei bastardi, e se acchiappo quel cane gli darò tanti di quei calci in culo da fargli sanguinare il naso.” >>
BRUCE CHATWIN: In Patagonia |
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<< …Guarda, ho riempito con del fieno lo spazio rimasto vuoto nella mia valigia, lo stesso si fa con la nostra vita, la si riempie di quello che capita purché non rimangano spazi vuoti. >>
IVAN S. TURGENEV:
Padri e figli |
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<< Bisogna darsi da fare per sembrare più stupidi. >>
MURIEL BARBERY: L'eleganza del riccio |
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<< Anche l'idea che quel magistrato aveva del bene e del male dipendeva naturalmente dai paragrafi stampati.
— C'è un paragrafo — gli domandai — per un uomo che sposa una donna che lui non ama, invece di sposare quella che ama? —
— No — mi rispose — sono fatti incontrollabili; la legge non si occupa dei sentimenti.
— Benissimo — io feci. — Anche i miei fatti sono incontrollabili,
non c'è nessun paragrafo che li riguarda e io non ve li racconto, sono fatti miei. — >>
IGNAZIO SILONE: Il segreto di Luca |
<< Con la Vespa tutto era diventato facile, comodo. Ma presto scoprii anche il lato pericoloso della faccenda: la guida in stato di ebbrezza. L’amico Celio, aveva anche lui comperato un motorino Ducati, ma dopo il terzo capitombolo lo riconsegnò al rivenditore di Maniago con queste parole: —Se lo riprenda, non sapevo che fosse ribaltabile.— >>
MAURO CORONA: Aspro e dolce |
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<< Gli uomini ignorano perché decretino la gloria a un’opera d’arte.
Remoti dalla cerchia degli intenditori, credono di scoprirvi mille pregi onde giustificare tanto consenso, ma il motivo vero del loro plauso è alcunché di imponderabile, è simpatia.
(...) Quasi tutto ciò che esiste di grande, è un nonostante, è cioè venuto in essere nonostante la pena e il dolore, nonostante la povertà, la solitudine, la debolezza fisica, il vizio,
la passione e mille altri ostacoli.>>
THOMAS MANN: La morte a Venezia |
<< Avevo conosciuto una donna che, con la scusa di amarmi, voleva estinguermi. Non il corpo, sia chiaro, quello le serviva. Voleva eliminare il mio carattere, la forza di volontà, la capacità di decidere da me. Non ci riuscì.
Mi allontanai senza clamore ma con fermezza. Decisione e volontà erano intatte altrimenti non ci sarei riuscito. >>
MAURO CORONA: Aspro e dolce |
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<< — Sono contento che ti sia stato concesso —
disse il prete anche lui commosso.
— Non credere mica che un istante di felicità sia poco.
La felicità esiste solo sotto forma di attimi. — >>
IGNAZIO SILONE: Il segreto di Luca |
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<< Questa seconda storia era una cura per la rogna.
La battuta culminante era: “Metti una zolletta di zucchero nella bocca della pecora e succhiale il culo finché non ha un sapore dolce.” >>
BRUCE CHATWIN: In Patagonia |
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<< In certi frangenti, quando l’avvenire è buio, e si sentono mille voci, è inutile chiedersi dove porta la strada che si percorre.
C’è quella e basta.
Basta, ogni giorno, arrivare alla sera.
E’ l’unico modo per andare lontano. >>
MANLIO CANCOGNI: Il ritorno |
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<< Sentii all’improvviso l’odore di notte di pioggia quando il giudice aprì la finestra perché l’aria cambiasse. L’interrogatorio andava avanti da ore…
(...) Entrava a folate l’odore della notte e cominciai a fiutarlo. Mi portava ricordi che mi fluttuavano dentro confusamente. Guardavo le luci e i fari di Rebibbia.
Intorno ai fari c’era vapore che cadeva sul loro calore.
L’aria sapeva di fresco e di smog, era fredda e impura. Lo stesso odore che ci arrivava addosso quando lasciavamo le loro case in un’ora ancora pericolosa… E l’odore si mescolava alla stanchezza e alla paura.
Odore di notte e di città. >>
DIDO SACCHETTONI: L'odore della notte |
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<< Ho notato che pochissimi italiani, tranne i cacciatori maremmani, conoscono questa specialità inquietante che, descritta agli ignari, suscita in loro un ovvio disgusto.
Fatto è che le feci della beccaccia, principale ingrediente del paté venatorio che veniva chiamato “merdocchio” e spalmato su crostini di pane abbrustoliti nell’aglio si distinguono nettamente per levità e pulizia dallo sterco di tutti gli altri animali commestibili. …il segreto di tanto naturale nitore fecale era nel lunghissimo becco del volatile il quale non si nutriva d’altro che di succhi terrestri.
Il becco così lungo e così sottile era come una pompa in miniatura, che la beccaccia immergeva nella granulosa polpa della terra per succhiarne gli umori più profondi e più puri; al massimo poteva capitare che la pompa assorbisse per caso qualche innocuo vermicello…
Il cosiddetto merdocchio, estratto e raschiato con cura dal budellame della bestia, veniva selezionato, depurato con l’aceto, pepato e drogato con qualche spezia rara, mischiato con pezzettini di rafano e di altre interiora dell’animale.
Alla fine, consumato a fuoco lento in un soffritto d’olio, cipolla e rosmarino, assumeva l’aspetto di un pasticcio cremoso di colore marroncino tendente quasi al nero. >>
ENZO BETTIZA: Esilio |
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<< Andava in treno per la prima volta.
A ogni tratto, a ogni giro di ruota, aveva l’impressione di penetrare, d’avanzarsi in un mondo ignoto, che d’improvviso le si creava nello spirito con apparenze che, per quanto le fossero vicine, pur le sembravano come lontane e le davano, insieme col piacere della loro vista, anche un senso di pena sottilissima e indefinibile: la pena ch’esse fossero sempre esistite oltre e fuori dell’esistenza e anche dell’immaginazione di lei; la pena d’essere tra di loro estranea e di passaggio, e ch’esse senza di lei avrebbero seguitato a vivere per sé con le loro proprie vicende. >>
LUIGI PIRANDELLO: In Viaggio |
<< C'è chi lo porta segnato fin dalla nascita.
Il falegname Martìn non era destinato a vivere sulla terra, non era: così è.
No, all'uomo che non è destinato a vivere in terra neanche il sole dà calore come a un altro,
neanche il pane gli fa pro, è come se qualcosa lo chiamasse >>
IVAN TURGENEV: Memorie di un cacciatore |
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<< La comparsa della mediocrità a volte possiede una certa utilità: smorza i toni troppo magniloquenti, modera i sentimenti di superbia e di umiltà, ricordando che alla mediocrità sono entrambe affini. >>
IVAN TURGENEVE: Padri e figli |
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<< “A fatica Zaccaria s’alzò in piedi, reggendosi penosamente sulle stampelle. Guardando il cielo, bestemmiò ad alta voce tutto il bestemmiabile e, in più, alcune cose non bestemmiabili, che fecero inorridire i presenti;
poi andò a rinchiudersi nella sua stanza. >>
IGNAZIO SILONE: Una manciata di more |
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<< La lingua, ricchezza dell’uomo, e i suoi usi, elaborazione della comunità sociale, sono opere sacre. Che con il tempo evolvano, si trasformino, si dimentichino e rinascano, che talvolta la loro trasgressione diventi fonte di maggiore fecondità, non esclude affatto che prima di prendersi la libertà del gioco e del cambiamento occorra aver dichiarato loro piena sudditanza. >>
MURIEL BARBERY:
L’eleganza del riccio |
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<< Il cane annusò i due sconosciuti.
Aveva il pelo arruffato, gli occhi iniettati di sangue.
Prese di mira Alfredo, digrignò i denti, emise un ringhio cupo, rantoloso, prolungato.
“Morde?” chiede Alfredo rannicchiandosi.
“Si capisce” rispose il pecoraio. “Forse ha anche la rabbia.”
“Perché lo porti in giro?”
“Speravo d’incontrarvi.” >>
IGNAZIO SILONE: Una manciata di more |
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<< Le tragedie così immense hanno una loro compensazione.
Ci si rende conto che non si può precipitare ancora di più e che si hanno due possibilità di scelta.
Si può decidere di risalire alla superficie…
Quest’ultima decisione richiede uno sforzo consapevole…
Quando si torna alla superficie si è come nuovi; si è cresciuti e si lascia laggiù il vecchio “io” come un bozzolo inutile e abbandonato,e si è scoperto di poter volare. >>
KUKI GALLMANN: Sognavo l'Africa |
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<< Ricordatevi di colui al quale, quando gli si domandava perché
si affaticasse tanto in un'arte che poteva venir conosciuta da ben poca gente:
"Mi bastano pochi", diceva
"Me ne basta uno.
Mi basta nessuno" >>
ALPHONSE DAUDET: Lettere dal mio mulino (Il poeta Mistral) |
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<< Ma il guaio è che adesso una povera donna i figli non sa più nemmeno come augurarseli: o corrono dietro al perditempo e ai vizi, o si dannano l'anima per il denaro, o son troppo seri e allora trovano che il mondo è mal fatto. (...) "Povero figlio" (...) "Che età hai tu adesso? Trentaquattro anni? Certo è una rispettabile età, (...) ma non dimenticare che Dio è ancora più vecchio di te e per combinare le cose nella maniera come le vediamo, avrà avuto le sue buone ragioni." Dopo un minuto di riflessione aggiunge sorridendo: "Quando tu avrai la sua età, forse lo capirai." >>
IGNAZIO SILONE: Il seme sotto la neve |
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<< “Anch’io forse dovrei giudicare più spesso invece di prendere tutto come sta;(...) Ma talvolta si comincia con giudizi e biasimi e giusti risentimenti,
poi interviene qualcosa di diverso che non ha niente a che vedere col giudizio,
e allora addio rigore morale, e la repubblica e il bello stile
anch’essi appaiono insulsi” >>
THOMAS MANN: La montagna incantata |
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<< Il debutto…… un successo di massa straordinario:…
Ma qual è la vera ragione del successo dello spettacolo?
Non tanto lo sghignazzo che provoca sulle ipocrisie… organizzate… dagli organi costituiti e dalle autorità ad essi preposte…:
è soprattutto… l’indignazione che si placa attraverso il ruttino dello scandalo, lo scandalo come catarsi del sistema. Il rutto che si libera felice nell’aria anche attraverso il naso e le orecchie proprio attraverso lo scandalo che esplode…
L’indignazione del buon cittadino democratico cresce fino a soffocarlo:
ma la soddisfazione che sono… gli organi stessi di quella società marcia e corrotta a puntare il dito accusatore contro se stessa, verso le sue “parti malate”, lo rende libero, disintasato in ogni buco del suo spirito.
Fino a farlo esplodere felice nel grido:
“Viva questa bastarda società di merda, che si pulisce però sempre con carta soffice e profumata, e che, ad ogni rutto, si porta educatamente una mano davanti alla bocca! >>
DARIO FO: Morte accidentale di un anarchico |
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<< "Da quanto tempo sei clandestino?"
L'uomo nel buio mostrò due dita, indice e medio, e sussurrò:
"Da duemila anni".
"Te li porti bene. A me tre settimane da nascosto già mi hanno invecchiato. Vuol dire che a terra paghi da bere. La fine di duemila anni di clandestinità va bagnata come si deve."
Nel buio l'ebreo fece il gesto del brindisi. >>
ERRI DE LUCA: Storia di Irene |
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<< Quelli cattivi sul serio odiano tutti quanti, ovvio, ma soprattutto sé stessi.
Voi non lo percepite quando qualcuno odia sé stesso?
Diventa un morto pur essendo vivo, anestetizza i cattivi sentimenti ma anche quelli buoni,
per non provare il disgusto di sé. >>
MURIEL BARBERY: L'eleganza del riccio |
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<< La cosa che mi colpì in maniera piuttosto negativa delle Cinque Torri furono le numerose lapidi alla base delle pareti che ricordavano alpinisti caduti.
Sparse lungo tutto il perimetro, una qua una là, con incise parole a volte strazianti, toglievano la voglia di arrampicare a chiunque.
Le avrei spaccate con la mazza, e quella tentazione mi assale ancora oggi quando trovo lapidi appiccicate alle montagne.
Ho sacro rispetto per il dolore e capisco che tutto può aiutare a sopravvivere.
Ma i propri cari scomparsi si dovrebbero ricordare in altro modo.
Li si tiene scolpiti nella lapide del cuore, accompagnati ora dopo ora dal ricordo dei giorni passati assieme. (…)
Le montagne dovrebbero rimanere allo stato naturale, cioè pulite.
Per le lapidi ci sono i cimiteri, per le croci le chiese, per le campane i campanili, per i segni di colore le tavolozze dei pittori e per le immondizie i bidoni della spazzatura.
Cose che invece si trovano in abbondanza sulle montagne. >>
MAURO CORONA: Aspro e dolce |
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<< “Ma in fondo, era una creaturina di una affettuosità e di una gentilezza estrema.”
“E’ una descrizione ben strana, per una assassina”
osservò Edmund.
“Non direi” ribatté la signorina Marple. “Le persone affettuose e di carattere debole sono spesso infide e, se poi ritengono di aver ricevuto un torto dalla vita, il loro scarso senso morale va in briciole.” >>
AGATHA CHRISTIE: Un delitto avrà luogo
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<< "Se i porci volassero si potrebbe vivere di caccia, questo si sa." >>
IGNAZIO SILONE: Il seme sotto la neve |
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<< Intorno alla natura della noia circolano varie opinioni errate.
In complesso si crede che il fatto di essere interessante e la novità del contenuto “facciano passare”, cioè accorcino il tempo, mentre il vuoto e la monotonia ne rallentino e ostacolino il corso. Ciò non è punto esatto.
Può darsi che la monotonia e il vuoto allunghino e rendano “noiosi” il momento e l’ora, ma i grandi e grandissimi periodi di tempo li accorciano e volatilizzano addirittura fino all’annullamento.
Viceversa un contenuto ricco e interessante può certo abbreviare e sveltire l’ora e magari anche il giorno, ma portato a misure più vaste conferisce al corso del tempo ampiezza, peso, solidità, di modo che gli anni pieni di avvenimenti passano più adagio di quelli poveri, vuoti, leggeri che il vento sospinge e fa dileguare.
A rigore, dunque, quella che chiamiamo noia è piuttosto un morboso accorciamento del tempo in seguito a monotonia: lunghi periodi di tempo, se non si interrompe l’uniformità, si restringono in modo da far paura; se un giorno è come tutti, tutti sono come uno solo; e nell’uniformità perfetta la più lunga vita sarebbe vissuta come fosse brevissima e svanirebbe all’improvviso.
Assuefarsi significa lasciar addormentare o almeno sbiadire il senso del tempo; e se gli anni giovanili sono vissuti lentamente e la vita successiva invece svolge e corre sempre più veloce, anche questo è da attribuire all’assuefazione.
Noi sappiamo benissimo che intercalando assuefazioni nuove e diverse adottiamo l’unico rimedio che serva a trattenere la vita, a rinfrescare il nostro senso del tempo, e così il nostro sentimento del vivere si rinnova.
Questo è lo scopo di chi cambia aria e luogo, di chi va ai bagni, di chi si ricrea con diversivi ed episodi.
I primi giorni di un nuovo soggiorno hanno un andamento giovanile, cioè ampio ed energico… vanno da sei a otto.
Poi, via via che uno “si acclima”, nota che man mano si accorciano; chi è attaccato o, meglio, si vorrebbe attaccare alla vita, avvertirà con orrore come i giorni ridiventino leggeri e si mettano a scivolar via; e l’ultima settimana, poniamo di un mese, vola con rapidità paurosa.
Vero è che il senso del tempo così rinfrescato perdura al di là dell’intervallo, e quando si ritorna alla norma si fa sentire ancora: i primi giorni dopo il mutamento sono vissuti con nuova larghezza giovanile, ma soltanto pochi pochi; nella norma infatti ci si inserisce molto più presto che nella sua interruzione, e il senso del tempo dove è già stanco a causa dell’età o – indizio di originaria debolezza vitale – non era mai molto sviluppato, si riaddormenta moto rapidamente,
e dopo sole ventiquattr’ore è come se non si fosse mai partiti e il viaggio fosse stato il sogno di una notte. >>
THOMAS MANN La montagna incantata |
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<< "V'ingannate" prosegue don Severino girando le spalle alla padrona di casa "se credete di potervi servire del crocifisso per i vostri fini. Gesù sarebbe un modello ideale, secondo il buon senso raccomandatoci dai preti e dai gerarchi, se si fosse ammogliato, avesse avuto molti figli un suocero una suocera cognati cognate nipoti, se avesse ingrandito la sua bottega di falegname e, risparmiando sul salario dei propri garzoni, fosse riuscito a batere i concorrenti, terminando i suoi giorni in età avanzata; magari malato di gotta, ma, in ogni caso, con un buon gruzzolo alla banca. Invece.">>
IGNAZIO SILONE: Il seme sotto la neve |
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<< Cos'è il successo?
Una forza segreta e indescrivibile, intuizione, prontezza...
La consapevolezza di esercitare, con il solo fatto di esistere, una pressione sull'andamento della vita che mi circonda...
La fede nell'arrendevolezza della vita in mio favore...
Fortuna e successo sono in noi.
Dobbiamo tenerli: con forza, intimamente.
Appena qui dentro qualcosa comincia ad allentarsi, a rilassarsi, a stancarsi, subito tutto quello che è intorno a noi si svincola, reagisce ostile, si ribella, si sottrae al nostro influsso... >>
THOMAS MANN: I Buddenbrook |
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<< “Tu sai quel che dice il Presidente Truman”
diceva Remì in quelle occasioni.
“Dobbiamo ridurre il costo della vita.” >>
JACK KEROUAK: Sulla strada |
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<< Severino esorta Pietro a tornare all'estero conducendo con sé Faustina; egli potrebbe incaricarsi di procurargli un passaporto, e crede che non gli sarebbe difficile, anzi si dilunga in un appassionato elogio delle mance, delle raccomandazioni, della piccola camorra. "So di ferirti nelle tue sacre convinzioni" dice a Pietro, "ma penso che la corruzione sia l'unica democrazia possibile in questo paese. Essa umanizza lo Stato, addolcisce le leggi e i costumi." >>
IGNAZIO SILONE: Il seme sotto la neve |
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<< E ogni mercoledì la damigella profumata mi dà un biglietto da cento corone perché la lasci sola col detenuto.
E al giovedì le cento corone se ne sono già andate in tanta birra.
E quand’è finita l’ora della visita la damigella esce col puzzo della galera
sulle sue vesti eleganti;
e il detenuto torna in cella col profumo della damigella sui suoi panni da galeotto.
E io resto con l’odore di birra.
La vita non è altro che uno scambiarsi d’odori.
— La vita e anche la morte, puoi dire,— interloquì un altro ubriaco, che di professione faceva, come appresi subito, il becchino.
— Io con l’odore di birra cerco di togliermi di dosso l’odore di morto.
E solo l’odore di morto ti toglierà di dosso l’odore di birra, come a tutti i bevitori cui mi tocca di scavare la fossa. >>
ITALO CALVINO: Se una notte d'inverno un viaggiatore |
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<< QUESTORE: … Lei sa benissimo che queste nostre dichiarazioni sono state tutte falsate,
distorte dalle sue provocazioni di falso giudice!
MATTO: E chi se ne frega… importante che scoppi lo scandalo… …E che anche il popolo Italiano come quello Americano, Inglese, diventi socialdemocratico e moderno e possa finalmente esclamare “siamo nello sterco fino al collo è vero ed è proprio per questo che camminiamo a testa alta!” >>
DARIO FO: Morte accidentale
di un anarchico |
<< — Perché non te ne andasti via di qui? —
— Quando tutto era pronto, m'avvidi che non potevo assolutamente vivere lontano. Mi sentivo appena la metà di un essere;
l'altra metà era lei. — >>
IGNAZIO SILONE: Il segreto di Luca |
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<< Se in vita tua non hai pensato mai di farti frate, o soldato, o di volerti ammazzare, se non hai fatta mai una corbelleria e sei stato sempre savio,
io ti compiango, e non ti voglio per amico, perché se non l’hai fatta, la devi fare;
e più tardi sarà più grossa, e la farai a me.
La saviezza senza la pazzia sterilisce l’anima,
ed è come il sole senza la rugiada della notte >>
LUIGI SETTEMBRINI: Ricordanze della mia vita |
<< Ti sei fatto largo nel negozio attraverso il fitto sbarramento dei Libri Che Non Hai Mai Letto che ti guardavano accigliati dai banchi e dagli scaffali cercando d’intimidirti.
Ma tu sai che non devi lasciarti mettere in soggezione, che tra loro s’estendono per ettari ed ettari i Libri Che Puoi Fare A Meno Di Leggere,
i Libri Fatti Per Altri Usi Che La Lettura, i Libri Già Letti Senza Nemmeno Bisogno D’Aprirli In Quanto Appartenenti Alla Categoria Del Già Letto Prima Ancora D’Essere Stato Scritto. E così superi la prima cinta dei baluardi e ti piomba addosso la fanteria dei Libri Che Se Tu Avessi Più Vite Da Vivere Certamente Anche Questi Li Leggeresti Volentieri Ma Purtroppo I Giorni Che Hai Da Vivere Sono Quelli Che Sono.
Con rapida mossa li scavalchi e ti porti in mezzo alle falangi dei Libri Che Hai Intenzione Di Leggere Ma Prima Ne Dovresti Leggere Degli Altri, dei Libri Troppo Cari Che Potresti Aspettare A Comprarli Quando Saranno Rivenduti A Metà Prezzo, Dei Libri Idem Come Sopra Quando Verranno Ristampati Nei Tascabili, dei Libri Che Potresti Domandare A Qualcuno Se Te Li Presta, dei Libri Che Tutti Hanno Letto Quindi È Come Se Li Avessi Letti Anche Tu. Sventando questi assalti, ti porti sotto le torri del fortilizio, dove fanno resistenza: i Libri Che Da Tanto Tempo Hai In Programma Di Leggere, i Libri Che Da Anni Cercavi Senza Trovarli,
i Libri Che Riguardano Qualcosa Di Cui Ti Occupi In Questo Momento, i Libri Che Vuoi Avere Per Tenerli A Portata Di Mano In Ogni Evenienza, i Libri Che Potresti Mettere Da Parte Per Leggerli Magari Quest’estate, i Libri Che Ti Mancano Per Affiancarli Ad Altri Libri Nel Tuo Scaffale, i Libri Che Ti Ispirano Una Curiosità Improvvisa, Frenetica E Non Chiaramente Giustificabile.
Ecco che ti è stato possibile ridurre il numero illimitato di forze in campo … anche se questo relativo sollievo ti viene insidiato dalle imboscate dei Libri Letti Tanto Tempo Fa Che Sarebbe Ora Di Rileggerli e dei Libri Che Hai Sempre Fatto Finta D’averli Letti Mentre Sarebbe Ora Ti Decidessi A Leggerli Davvero.
Ti liberi con rapidi zig zag e penetri d’un balzo nella cittadella delle Novità Il Cui Autore O Argomento Ti Attrae. Anche all’interno di questa roccaforte puoi praticare delle brecce tra le schiere dei difensori dividendole in Novità D’Autori O Argomenti Non Nuovi (per te o in assoluto) e Novità D’autori O Argomenti Completamente Sconosciuti (almeno a te) e definire l’attrattiva che esse esercitano su di te in base ai tuoi desideri e bisogni di nuovo e di non nuovo (del nuovo che cerchi nel non nuovo e de non nuovo che cerchi nel nuovo). >>
ITALO CALVINO: Se una notte d'inverno un viaggiatore |
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